Benvenuti nel Sito web della Chiesa e Convento S. Antonio in Melfi (PZ)
   
  La Chiesa e il Convento S. Antonio in Melfi (PZ)
  Storia della Chiesa S. Antonio
 

CHIESA E CONVENTO DI S. FRANCESCO

(ORA S. ANTONIO)
 

Secondo la tradizione la chiesa ed il convento di S. Antonio furono fondati, nei primi anni dell'Ordine, certamente nel sec. XIII al passaggio di S. Francesco (1222). « Federico II° nonostante la poca tenerezza per le persone e gli interessi della Chiesa, manifestò la sua simpatia a S. Francesco ed ai suoi figli, accogliendoli cortesemente ed offrendo loro la sua prodiga regale confidenza» (Araneo - «Notizie storiche suIIa Città di Melfi»).

L'una e l'altro sono appartenuti fino aIIa soppressione napoleonica (1809) alla custodia barIettana deIIa provincia barlettana di S. Nicola. 

Interno della Chiesa di S. Antonio

CHIESA: L'attuale retrostante grande vano costituisce la Chiesa originale. In essa durante i restauri ancora in corso sono venuti alla luce due finestre gotiche e sull'attuale arco trionfale l'iscrizione seguente: 

« FRATER NANDUS PENONUS MELPHIENSIS AD HONOREM DEI EIUSQUE INTEMERATE MATRIS AC DIVI FRANCISCI SERAPHICI HOC OPUS OERE SUO FECIT PRO SUO SUORUMQUE PARENTUM NEC NON ET BENEFACTORUM ANIMA. ANNO DOMINI 1523». 

Si osserva ancora a sinistra un lavabo con stemma gentilizio, datato 1645; a destra sotto il Sarcofago si osserva un affresco che rappresenta S. Francesco di Paola.

L'antica chiesa in seguito all'invasione delle milizie del Lautrec 23-3-1528, andò soggetta a gravissimi danni che si aggiunsero a quelli già operati dagli aragonesi il 27-3-1557. Infatti, per ordine di requisizione di D. Ferrante ALVAREZ di Toledo duca di Alba e viceré di Napoli veniva privata di tutte le campane. Dopo questi avvenimenti fu costruita l'attuale grande chiesa con cappelle laterali a sinistra, mentre la piccola veniva adibita a sacrestia.

I lavori di ricostruzione di questa con ogni probabilità, terminarono il 1580, come può osservarsi da un reperto venuto alla luce, da sondaggi fatti recentemente dalla Soprintendenza e che si trova quasi alla base dell'arco trionfale a destra. La nuova chiesa dopo aver ben sopportato i terremoti del 1731 – 1752, non fu risparmiata da quello del 14-8-1851.

Dal 1600 agli inizi del '700, il culto verso il santo di Padova segnò considerevole accrescimento, e, le antiche chiese dedicate a S. Francesco, «assumeranno nella bocca del popolo il titolo di "S. ANTONIO" come a Melfi ", pur conservando l'antico titolo liturgico di S. Francesco (P. Guastamacchia: «I Francescani in Puglia ", Cap.V).

Di questo periodo è il restaurato cappellone a fianco del campanile; in questo si trova una grande nicchia con affreschi laterali; e di questa epoca è l'antica statua lignea di S. Antonio col bambino dipinto in oro. 

CHIESA di S. ANTONIO: La facciata ha un portale agivale con sovrastante rosone romanico (da dato su circonferenza esterna 1554). A sinistra si erge la torre quadrata del campanile, la cui la parte è in pietra nera vulcanica con finestra circolare con nella cornice scolpite arcate gotiche che si richiamano alle finestre del reparto campane messe in risalto dall'inquadratura in mattoni.  

INTERNO CHIESA: Lato sinistro Acquasantiera sec. XII di granito rosso - figura nuda, lungo il cui corpo coronato la pila decorata con volute di elementi vegetali -. Il gruppo poggia su un dado a forma di tronco di piramide rovesciata sul cui fronte è scolpito - a rilievo - la figura di un monaco (?) nell'atto di scrivere sopra un Iibro aperto. Nell'interno della fascia (della cariatide), dal basso verso l'alto, in caratteri non chiaramente leggibili: (AB - BADITTA DELLE MEADEL ­ sulla fronte del pilastrino di base M GIO. BF). Pressoché come il significato delle numerose figure antropomorfe raffigurate nelle sculture, la stessa scultura è indecifrabile, in quanto non è chiaro se si tratti di una invocazione o se sia celebrativa dei nomi degli eventuali committenti dell'arredo liturgico. Comunque, sia il pilastro che il mostro alato della vasca sembrano avere un chiaro riferimento ad una simbologia demoniaca, nella sua più pura accezione medioevale, ossia una raffigurazione oscillante tra l'equivocità formale ed il fantastico puro. Anche se con caratteristiche non esasperate, la composizione presenta elementi non consueti per un luogo sacro per cui si può supporre una destinazione originaria non chiesastica. È in ogni caso, una trasfigurazione del normale rapporto con l'Ente divino (da catalogo gen. Soprintendenza Gallerie Basilicata n. 27 - Matera), per precisione si fa notare che sull'orlo all'interno della vasca emergono due sculture che vogliono ricordare Mosé e Giosué che a piedi asciutti guardano rispettivamente l'uno il Mar Rosso e l'altro il Giordano (comp. sal. 113 a,5; Gv. 4,22-24); tanto è dimostrato da pesci in bassorilievo lungo l'orlo interno. 

1 - L'ACQUASANTIERA, pure in granito rosso, nel lato destro riporta scolpito il Battesimo di Gesù nel Giordano (cfr. LC. 3,21-22) e lungo la bordatura interna vi sono pesci in bassorilievo; al di sotto dell'acquasantiera vi sono teste di Angeli alati; purtroppo si nota l'inorganicità del tutto, perché la colonna è la base rimontano al restauro della Chiesa, avvenuto dopo il terremoto del 1930. 

Sulla parte interna retrofaccia della chiesa, sul lato destro, si conserva un coperchio tombaIe di granito rosso con in rilievo l'immagine di un vescovo che risale alla prima metà del 600. Nella nicchia a destra di chi entra in chiesa vi è la statua lignea di S. Francesco d'Assisi di ignoto autore locale della seconda metà del 1600, principi del 700; sulla parete dello stesso lato vi è un dipinto denominato «Madonna del Suffragio tra S. Francesco, S. Domenico ed Anime purganti» di C. Sellitti, olio su tela, fine sec. XVII - La Vergine sopra un trono di nuvole ed attorniata da folte schiere di Cherubini, tiene in grembo il Bambino (caratterizzata da una capigliatura nera) ai lati stanno S. Francesco e S. Domenico che intercedono per i loro devoti. Il dipinto presenta una egregia «fattura» (Catalogo Gen.le Soprintendenza Gallerie Basilicata - Matera n. 24). 


2 - CAPPELLA DELL'IMMACOLATA, la statua raffigurante l'Immacolata Concezione  sec. XVI principio XVII in legno intagliato policromo. La Madonna è rappresentata con le mani giunte e la veste celeste ricoperta da un manto celeste trapunto di stelle, opera di modesto intagliatore locale, fine settecento principio ottocento (Catalogo Gen.le Soprintendenza Gallerie - Matera n. 18). Questa statua sostituì «quella in pietra già molto venerata dai greci epiroti» (N. Del Giudice «La Devozione Mariana nella Diocesi di Melfi»).

Statua di San Giuseppe scolpita in legno, di autore ignoto di fine 800 principio 900. Statue di S. Emidio Vescovo, di S. Antonio di Padova e della Vergine Addolorata: sono vestite e risalgono alla fine del 700. Qulla di S. Antonio si usa per la processione. La statua poi dell'Addolorata, il 15-9-1851, nel trigesimo del terremoto, fu venerata dal Re Ferdinando di Borbone e dal Principe ereditario che accorsero da Napoli, a rincuorare i superstiti (N. Del Giudice - « La Devozione Mariana», pag. 3).

Di fronte alla Madonna del Suffragio vi è il dipinto della Desolata - olio su tela fine sec. VII di autore ignoto. Dipinto della Madonna del Rosario di Pompei - olio su tela del P. Stefano M. Macario dei frati Minori Conv.li - inaugurato e benedetto da Mons. Giuseppe Palatucci Vescovo di Campagna (SA) dei frati Minori Conventuali presente il Vescovo Diocesano Mons. Domenico Petroni l'11-10-1959. Nella stessa circostanza furono poste due corone d'oro del valore complessivo di circa L. 80.000 sul capo del Bambino e della Madonna. Avanti al Presbiterio lastra tombale del sec. XIX (data 1697) di peperino nero dalla forma regolare caratterizzata da una corona patrizia sovrastante la scritta in caratteri capitali: FAMIGLIA DI ORONZIO SEVERINI. Opera di scarso valore storico-artistico, ma che dimostra la consuetudine, ormai disueta, deIla sepoltura alveolata neIl'interno di una chiesa (Catalogo Gen.le Soprintendenza GaIlerie Basilicata - Matera n. 24).  
3 - PILASTRO PORTANTE DELL'ARCO TRIONFALE: frammenti di cornici sec. XVI in marmo bianco. Elementi decorativi inseriti nei pilastri caratterizzati da differenti decorazioni tutte del consueto repertorio di elementi vegetali: uno è formato da una treccia di rami con coroIla raccolta in una raggiera di foglie che si direbbero d'acanto. Si tratta di frammenti di elementi decorativi di gusto rinascimentale risalenti probabilmente all'epoca della costruzione della chiesa (1523-580) e venuti alla luce grazie a sondaggi che si stanno facendo in talune strutture dell'edificio restaurato quasi integralmente nel corso del sec. XIX. Sono elementi che chiaramente sono stati recuperati da composizioni architettoniche decorative ed impropriamente impiegati in colonne portanti (Catalogo Gen.le Soprintendenza GaIlerie Basilicata - Matera n. 24).

4 - PILASTRO DELL'ARCO TRIONFALE: bassorilievo raffigurante figura demoniaca? sec. XVI (data 1580) ignoto lapicida locale, pietra tenera porosa cm. 26 x 35 . figura antropomorfa con misteriosi elementi (si direbbero orecchie) fuoriuscenti dal viso. A lato della gamba sinistra si notano delle foglie lancealate; la mano destra sembra reggere una sorta di bacolo; le mani si direbbero ali a zampe di felini. Esistono parecchie cadute nella pellicola protettiva ed abrasioni. In basso, sulla destra di chi guarda, identica figura del 1580; si direbbe anche questa, come la precedente, una raffigurazione allegorica di un essere fantastico privo di qualunque relazione con la realtà: forse un uomo-felino, assolutamente irreale, ma che, inserito in una fascia decorativa quale è quella dove attualmente è collocata, ha del magico e dell'esoterico con vive allusioni demoniache. Vale la pena ricordare come in altri archi specie dell'Italia centrale, raffigurazioni simili a queste siano state usate, appunto nei sec. XVI e XVII, come rimedi scaramantici ed esorcizzanti (Catalogo Gen.le Soprintendenza Gallerie Basilicata - Matera). Questi reperti, dopo il restauro del terremoto del 1930 furono coperti di stucchi ed intonaci.

 

5 - SACELLUM DEI CELANO: Gentis splendidissime della Città (G. B. Guarini «Gli scritti» VoI. I pag. 85) - è stato recentemente restaurato dalla Soprintendenza ai Monumenti di Potenza e di questa si conservano due lapidi: una è sulla pedana dell'altare dell'Imma­colata e porta la seguente scritta:

D. O. M.

SACELLUM HOC

GENTIS OLIM NOBILISSIMAE DE URBE MELPHl­TM'JAE SANCTISSIMAE ATQUE AUGUSTISSIMAE TRIADI IN PERENNE DEVOTI ANIMI MONUMEN­TUM-ANNO SALUTIS(J)J CONDITU DICATUMQUE IURE NUNC HARAEDITARlO CELANOS GENERE HONESTISSIMO SEQUUTUM EX PRISCO QUO EX­TUCTUM FUERAT LOCO INSTAURATA ECCLESIA HUC TRANSFERENDUM PRAETER SEPULCRUM CURAVERUNT PATRONI-ANNO.

L'altra era sopra la porta che immetteva nella cappella ora omessa per mettere in luce l'arco ogivale, da sistemare, ha la seguente scritta: 

D. O. M.

CELANORUM GENTIS SPLENDIDISSIMAE

EXOLETUMHOC SACELLUM IURIS OLIM FUISSE SEPOLCRUM GENTILITIUM

QUOD ADHUC SUPERSTES

AD SEQUTURA MEMORIAE

SIC CUM MINORU EST CONVENTUALIU FRATIBUS PACI POSTEROS MONEAT                          

LA CHIESA DI S. ANTONIO:
fu consacrata, come si rileva da lapide sita nella parete sinistra di chi entra, dopo i restauri del terre­moto del 1930.

ECCLESIAM HANC

IN HONOREM S. ANTONII PATAVINI ALBERTUS COSTA MELPHlENSIUM ET RAPOLLENSIUM EP. US SOLEMNI RITU

QUINTO NONAS MAJAS MCMXXXIII CONSECRAVIT 

Degno di nota è la riapertura della Chiesa S. Antonio, dopo 20 anni di restauro da parte della Soprintendenza dei beni culturali della Basilicata. La solenne riapertura della chiesa si è svolta il giorno 26-5-2004 con una solenne celebrazione eucaristica, presieduta dal Vescovo di melfi Mons. Gianfranco Todisco, con la presenza del Vescovo emerito Mons. Vincenzo Cozzi, del Ministro provinciale dei Frati Minori Conventuali P. Michele Alfano, del Sig. Prefetto di Potenza Mauriello, del Procuratore del Tribunale di Melfi, il Sig. Sindaco di Melfi Ernesto Navazio, e di una nutrita presenza dei frati, sacerdoti, e fedeli. Riportiamo qui sotto il volantino preparato per tale occasione.
 
  Oggi ci sono stati già 32839 visitatori (71781 hits) qui!  
 
Questo sito web è stato creato gratuitamente con SitoWebFaidate.it. Vuoi anche tu un tuo sito web?
Accedi gratuitamente